Vita Cristiana

Pubblicato il 4 Novembre 2014 | di Redazione

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Paolo VI : un Papa che dobbiamo riscoprire

Alcuni mesi dopo la morte di Paolo VI scrissi un articolo dal titolo “Un grande papa troppo presto dimenticato” .

In una trasmissione di Rai Storia  di qualche settimana fa il vaticanista Andrea Tornielli ha detto: “ Purtroppo Paolo VI è stato preceduto e seguito da due grandissimi pontefici del ventesimo secolo e questo non ha contribuito a farlo conoscere e apprezzare come avrebbe meritato.”

Eppure il Suo pontificato è durato ben quindici anni!

A Giovanni XXIII è stato riconosciuto il merito di aver aperto il Concilio Ecumenico Vaticano II, ma a Paolo VI è toccato il gravoso compito di guidarlo e di portarlo a termine in un momento storico che metteva in discussione, dentro e fuori la Chiesa, tutte le certezze che sino ad allora avevano orientato l’Umanità.

Negli ultimi anni si è ritrovato solo, contestato dai progressisti e dai tradizionalisti. Eppure è il primo Papa che rinuncia alla tiara, facendone dono ai poveri, è il primo Papa che incontra i popoli, dando inizio ai viaggi in tutto il mondo. E’ stato scritto:”Giovanni Paolo II ha eseguito lo spartito che Paolo VI aveva scritto”.

Anche Lui ha rischiato di morire per un attentato. Ferito dal pugnale di uno squilibrato, non si fece medicare subito, ma continuò a seguire il programma della giornata.

Mi ha commosso,durante la cerimonia della beatificazione, vedere quella maglia di lana su cui è rimasto il suo sangue. Una maglia qualunque, come la potevano portare a quel tempo i nostri papà, che è diventata una reliquia!

Per me Paolo VI è stato il papa dei miei anni giovanili (avevo 19 anni quando è stato eletto) e devo molto al Suo Magistero.

Mi auguro che la Sua beatificazione non diventi un evento da archiviare o che possa interessare solo le diocesi lombarde di Milano e Brescia, ma costituisca per la Chiesa e i Cristiani tutti un occasione per conoscerlo meglio e riprendere in mano le sue encicliche, come sta facendo Papa Francesco.

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"Insieme" esce col n° 0 l'8 dicembre del 1984. Da allora la redazione è stata la "casa di formazione" per tanti giovani che hanno collaborato con passione ed impegno.



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