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Pubblicato il 27 Marzo 2023 | di Alessandro Bongiorno

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Migrazioni: persone e storie oltre i dati e i luoghi comuni

Oltre le paure, i luoghi comuni, le strumentalizzazioni c’è una realtà. Diversa da come la immaginano alcuni. Una realtà che nella periferia di Ragusa assume anche delle specificità. Da raccontare. Il dossier Immigrazione della fondazione Migrantes sembra capovolgere infatti narrazioni sulle quali si costruiscono problemi e soluzioni magari non del tutto attinenti alla realtà.

Una dei dati peculiari di Ragusa, ma non una novità essendo ormai consolidato negli anni, è che nel territorio ibleo vi sono più emigranti che immigrati. L’elemento nuovo è che questa forbice, rispetto al periodo pre Covid, si è andata allargando. Gli iscritti nei registri degli italiani residenti all’estero (Aire) sono 33.239 (quasi duemila persone in più), mentre la popolazione straniera che vive nelle nostre città si attesta a 30.186 persone (mille in meno rispetto al periodo pre pandemia). Altro che invasioni!

Ad aggravare questo quadro è anche il fatto che a impoverire la popolazione iblea contribuiscono anche (e forse soprattutto) le migrazioni interne al nostro Paese che non si conteggiano in questi dati e che riguardano soprattutto le fasce d’età più giovani e più scolarizzate. E questo accade mentre tante aziende (soprattutto agricole) sono costrette a ridurre la produzione per mancanza di manodopera. Vanno via soprattutto i romeni (che trovano in altri Paesi Ue un welfare e condizioni di lavoro migliori) e a registrare in modo più marcato questo deficit sono comuni come Acate e Santa Croce Camerina che hanno una vocazione agricola consolidata.

L’altro elemento che caratterizza la provincia di Ragusa si coglie tra i banchi di scuola. Ragusa è la terza provincia in Italia (dopo Napoli e Bari) per numero di studenti di popolazione non italiana e Vittoria è la prima città in assoluto quantomeno del Sud. Sono 5.500 i bambini e ragazzi con altri passaporti che frequentano le scuole nel Ragusano, anche se 3020 di loro sono nati in Italia. Una situazione particolare che richiederebbe delle risposte specifiche per integrare e agevolare il lavoro di dirigenti scolastici e insegnanti.

Ma dietro i numeri, come ha sottolineato don Rosario Cavallo della fondazione Migrantes, ci sono persone, storie, speranze. Due le hanno raccontate Jenny Campagnolo e Jallow Cherno Momodou, la prima emigrata da Vittoria in Portogallo con la famiglia e il secondo, gambiano, arrivato a Pozzallo su barcone nell’aprile 2017. Giunto in Italia dopo sette tentativi andati a vuoto, ha scelto di studiare e la scelta è stata premiata. Oggi parla bene italiano, ha trovato un lavoro che lo soddisfa, ha comprato una casa e spera di crearsi una famiglia nella città che lo ha accolto e che sente ormai sua. Un’integrazione resa possibile dall’aiuto fornito dalla Caritas ma anche dalla rete tra pubblico, privato sociale, volontariato, Diocesi di Ragusa che, come ha spiegato il presidente della Fondazione San Giovanni Battista, Renato Meli, può creare condizioni favorevoli per trasformare l’immigrazione da problema in risorsa.

E se nella piccola Ragusa tutto questo è possibile, perché non proiettare queste formule in contesti più ampi? Se lo è chiesto Vincenzo La Monica, responsabile dell’Osservatorio delle Povertà della Caritas diocesana, rilevando come il decreto flussi sia ancorato più o meno alle persone che ogni anno arrivano con ogni mezzo (anche il meno adatto e più rischioso) raggiungono ogni anno il nostro Paese. Decreto flussi che, tra l’altro, per detta delle organizzazioni produttive è insufficiente per garantire la vita delle nostre aziende.

Nella sua introduzione, il vescovo di Ragusa, monsignor Giuseppe La Placa, ha sottolineato l’importanza di tutelare e restituire dignità a chi vive condizioni di fragilità e povertà. Poi ha messo in chiaro un aspetto che fa tutta la differenza tra accoglienza e inclusione: «Non siamo chiamati a costruire un futuro per loro ma – ha sottolineato – con loro, fratelli migranti che si devono sentire a casa propria e protagonisti con noi».

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Autore

Giornalista, redattore della Gazzetta del Sud e condirettore di Insieme. Già presidente del gruppo Fuci di Ragusa, è laureato in Scienze politiche.



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