Vita Cristiana

Pubblicato il 30 Giugno 2023 | di Redazione

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Perché la Cresima non resti soltanto un traguardo da raggiungere

Nonostante i 25 anni di esperienza nel ministero “di fatto” di catechista non mi é ancora possibile pronunciarmi su indicazioni e metodologie certe ed efficaci circa il cammino da proporre ai ragazzi di DopoCresima.

Questo non perché non abbia provato a portare avanti un gruppo di ragazzi freschi freschi di Cresima, anzi è sempre stata per me una priorità, ma in quanto al fatto che come catechista mi sono resa conto che quanto valeva per il gruppo dei 5-6 anni di cammino precedente non era più valido per il presente.

Il ricambio generazionale è ormai talmente ravvicinato nel tempo che il modo di dialogare e relazionarsi dei ragazzi di oggi non è più quello di qualche anno fa, restano comunque sempre valide le regole di base per l’educazione alla convivenza civile alla luce del Vangelo.

Una risorsa, una evoluzione? Non saprei, ma la cosa certa è che è sempre più difficile interloquire e coinvolgere un adolescente.

Nonostante li conosci da qualche anno, (certo un incontro di un’ora a settimana e la sporadica presenza a messa non ti dà molte possibilità in tal senso) ci si mette di mezzo la pubertà già perturbata per se stessa e poi circuita dai tanti input esterni che sono fortemente pregnanti ed immediati poiché, con le nuove tecnologie, arrivano direttamente in casa o meglio nelle mani dei ragazzi, con tutto il loro carico di informazioni utili e, allo stesso tempo, di altrettanti rischi.

Ormai il cellulare è divenuto il regalo più gettonato per la Prima Comunione nonostante gli esperti continuino a consigliarne l’uso non prima dei 14 anni, ma il conformarsi alla mentalità del mondo travolge i genitori che sempre più non riescono a dire dei no e dare regole precise.

Sono proprio loro, i genitori, che vanno aiutati nel loro compito di educatori, ad essi occorre prestare particolare attenzione ed impostare una relazione amichevole basata sul dialogo rispettoso e trasfigurante il messaggio del Vangelo, trasfigurante in quanto dobbiamo portare Cristo e non noi stessi. Occorre proporre un cammino, magari già dai tempi della richiesta del Battesimo per i propri figli, per risvegliare in loro l’entusiasmo dei battezzati, il fervore dei cristiani, attraverso il sostegno di una Comunità accogliente e motivante, perché diventino così convinti testimoni della fede e nostri complici nell’educazione cristiana dei loro figli. Noi continuiamo a dire loro che devono essere i primi educatori alla fede ma, parafrasando la domanda dell’Etiope a Filippo, come fanno a capire se nessuno li guida, come fanno a trasmettere quello che non conoscono?

Preparare un Dopocresima va dunque fatto già da subito, dal primo anno, anzi dai primi giorni di catechesi puntando ad una catechesi che coinvolga genitori e figli.

Il cammino di preparazione alla Cresima non deve soltanto illuminare i ragazzi sul senso del Sacramento ma deve già aprire lo spiraglio mistagogico dell’essere pietre vive nella Chiesa.

I ragazzi, attraverso delle tappe, e non semplicemente scadenze per ricevere i Sacramenti, devono fare esperienza di comunione e servizio nella Comunità, conoscerne i bisogni e le possibilità di fare e stare nella Chiesa, trarre giovamento da un dialogo intergenerazionale. Prendendo spunto dal metodo Sinodale questa esperienza poi non si deve relativizzare al proprio gruppo, alla sola chiesa di appartenenza ma deve essere condivisa con ragazzi e realtà diverse, presenti nel territorio e in altre comunità parrocchiali per vivere la ricchezza e la bellezza di stare insieme crescendo nell’accoglienza dell’altro e acquisendo la consapevolezza che la diversità è una risorsa arricchente che plasma e istruisce il nostro essere nella società.

La trasmissione della fede e dell’amore a Cristo e alla Chiesa deve avvenire, come dice il nostro Vescovo, per contagio: dall’esempio di altri giovani, altri ragazzi impegnati nelle varie realtà educative nasce il desiderio che porta a maturare delle buone motivazioni per restare nella Chiesa altrimenti la Cresima resta semplicemente un traguardo da raggiungere e …arrivederci al Matrimonio, forse!

Sempre nell’ottica sinodale lasciamo che i ragazzi decidano di continuare le loro esperienze anche in altre realtà e in altri gruppi ecclesiali, l’importante è che quanto seminato porti frutto nel campo della Chiesa di Dio.

Il mio cammino di catechista in questi anni è stato parallelo a quello di animatrice ed educatrice del Centro Giovanile Madonna del Rosario Oratorio Anspi e di una cosa sono sicura: grande palestra di vita è l’oratorio, ponte tra Chiesa e strada, come lo definisce la Nota Pastorale Cei della Commissione Episcopale per la cultura e le comunicazioni sociali «Il laboratorio dei talenti». L’Oratorio non è solo luogo ricreativo ma vi si fa esperienza di relazione, confronto e anche scontro a volte, servizio e comunione, luogo di crescita spirituale e umana.

Auspico ad ogni parrocchia di poter trovare uno spazio da adibire ad Oratorio e lancio una proposta “Sinodale”: là dove c’e un Oratorio mettiamolo a servizio delle parrocchie vicine, uniamo le forze, rendiamolo Oratorio in Uscita, aperto a tutte le realtà e ragazzi delle parrocchie limitrofe, zonali (e non per accaparrarsi proseliti!), ma per farne luogo di conoscenza e cura del territorio, di comunione e crescita camminando insieme. Ognuno metta in campo i propri talenti per far emergere talenti, per realizzare un luogo dove i ragazzi si sentano a casa, accompagnati da educatori e giovani animatori capaci di dare risposte coerenti ed esistenziali. È questa occasione di crescita, formazione e fucina per catechisti e animatori.

Buon cammino Chiesa di Ragusa

Valeria Di Matteo, catechista Parrocchia SS. Ecce Homo – Ragusa

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"Insieme" esce col n° 0 l'8 dicembre del 1984. Da allora la redazione è stata la "casa di formazione" per tanti giovani che hanno collaborato con passione ed impegno.



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