Pubblicato il 29 Giugno 2023 | di Redazione
0Sulle tracce dei santi Pietro e Paolo e della Roma che perseguitava i cristiani
Ogni anno, il 29 giugno, la liturgia ci presenta la memoria dei due Apostoli, morti martiri a Roma sotto l’imperatore Nerone.
Della presenza di Paolo a Roma sappiamo più di Pietro perché Luca conclude il testo degli Atti degli Apostoli con l’epicolo del cap.28,30/31.
La storia registra che, a causa dell’incendio di Roma (64 d.Cr.), l’imperatore Nerone addossò la colpa ai Cristiani, accusandoli come responsabili e ne decretò la morte. Pietro e Paolo, furono uccisi in quella occasione assieme ad altri cristiani. Paolo fu decapitato a Roma presso le Acque Salvie poco lontano dall’attuale Basilica di S.Paolo fuori le mura e lì fu seppellito tra il 64/67 d.Cr. Pietro, dopo il Concilio di Gerusalemme, predicò a Roma e morì sotto Nerone, nella spianata vaticana , dove c’era il Circo di Caligola e Nerone e lì fu seppellito.
Che cosa sappiamo di Pietro? Papia, citato da Eusebio di Cesarea, testimonia che Pietro predicò a Roma fin dall’inizio del regno di Claudio (42 d.Cr.) e che i suoi ascoltatori chiesero a Marco ,suo seguace, di scrivere gli insegnamenti petrini da loro ascoltati. Eusebio afferma che l’episodio era stato scritto da Clemente Alessandrino nel sesto libro delle ipotiposi. S. Ireneo sostiene che Matteo scrisse il suo vangelo mentre Pietro e Paolo evangelizzavano a Roma. Sempre a Roma, nella Bisilica di S. Maria in via Lata, secondo la tradizione, sembra ci fosse una casa dove abitavano Pietro, Paolo e Luca, loro discepolo.
Un dato archeologico. Come già detto, Pietro morì a Roma nel circo di Caligola e venne sepolto nella necropoli adiacente.
Nel 326, l’imperatore Costantino fece costruire una basilica sulla sepoltura di Pietro e, nel XVI secolo, Papa Giulio II la incluse in quella che è la basilica attuale di S.Pietro. Sotto l’altare del Bernini, nel livello dell’antica necropoli, si conserva il luogo della sepoltura di Pietro. Quale certezza abbiamo del corpo di Pietro? Dagli scavi, iniziati nel 1940 da Papa Pio XII, durati circa dieci anni, è stata rintracciata l’antica basilica e sotto di essa il luogo di sepoltura di S.Pietro. sotto le grotte vaticane . Le esplorazioni durarono fino al 1949.
Nella necropoli romana, adiacente al circo di Caligola e Nerone, fu rinvenuto un luogo cosiddetto “Campo b” delimitato da un muro coperto di graffiti cristiani e alcune ossa. Gli archeologi lo denominarono il “muro rosso” davanti al quale nel II sec. era stata addossata una edicola detta Gaio ,che segnava la presenza di un luogo speciale e particolarmente venerato.dove era stato posto il corpo dell’Apostolo Pietro. Sotta l’edicola, trovarono una piccola buca e più su, una piccola mensa con due colonnine in marmo e un graffito in greco in cui si potrebbe leggere il nome di Pietro.
Nel 1950,Pio XII diede la notizia che era stata trovata la tomba del Principe degli Apostoli.
Fu merito dell’epigrafista Margherita Guarducci, che svolse i suoi studi dal 1957 al 1969, il ritrovamento dei graffiti sul muretto coi nomi di Gesù e Pietro e, nel 1965, confermò la identificazione della sepoltura, decifrando il graffito greco: “Petros enì” Pietro è qui.
Paolo VI, nel 1968, il 26 giugno, affermò ufficialmente che le reliquie di S. Pietro erano state ritrovate in quel luogo di sepoltura.
Tutto questo è quanto la tradizione ci tramanda; ma tutto ciò andrebbe integrato da studi più recenti e da nuovi rinvenimenti in fase di pubblicazione.
Sarebbe bello indire un pellegrinaggio diocesano a Roma per venerare i resti mortali del primo Papa della Chiesa Cattolica, che dorme nell’unica Città del mondo ,chiamata A M O R.
Sac. Giovanni Cavalieri