Società

Pubblicato il 27 Giugno 2023 | di Saro Distefano

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La violenza tremenda di una rissa

A Scoglitti è scoppiata una rissa. Se ne è parlato soprattutto perché è stata ripresa dallo smartphone di un residente nell’appartamento dirimpetto al marciapiede sul quale si è consumata, in una manciata di minuti, la rissa.

Nulla di nuovo, e qualcosa di diverso rispetto alle tante risse, con pochi o tanti partecipanti.

Nulla di nuovo perché da sempre scoppiano più o meno estese, più o meno violente, più o meno gravi risse. Scambi di pugni, schiaffi, calci. Quando si interviene con spranghe e coltelli, la rissa diventa tentato omicidio.

Nulla di nuovo, si diceva. Proprio così. Non bisogna dare ascolto a chi sostiene che la “gioventù moderna” è più disposta a farsi coinvolgere nelle risse. Non è vero. La gioventù (e sovente anche chi giovane lo è stato molti anni fa), si fa coinvolgere tanto quanto nei decenni passati. Chi scrive può testimoniare di avere assistito a decine di risse (e ad un paio anche partecipato) nel parcheggio davanti una celeberrima discoteca all’aperto della Mazzarelli che fu (fu la discoteca, e per certi versi anche Mazzarelli).

Statisticamente (di una mia personale statistica, tutto tranne che scientifica) le risse sono quelle che sono sempre state. Gruppi contrapposti che sovente per motivi assai futili vengono alle mani. Botte da orbi per qualche minuto, con la speranza di non dover ricorrere alle cure mediche.

Ma quella rissa scoppiata a Scoglitti e in pochi giorni diffusa su tutti i giornali online della provincia, oltre che, evidentemente, sui gruppi WhatsApp di migliaia di smartphone, ha qualcosa di diverso. Che non saprei spiegare con adeguate parole. Un senso di violenza inaudita e inspiegabile. Dall’una e dall’altra parte del contendere. Da una parte due giovani rapinatori, che hanno tentato di rapinare un tabaccaio e lo hanno anche malmenato. Evidentemente sotto effetto di chissà quale sostanza, i due sono corsi fuori dalla tabaccheria e anziché scappare (come ci si aspetterebbe) hanno distrutto i vetri di un paio di auto in sosta, letteralmente saltandoci sopra. A quel punto un gruppo, prima di tre o quattro persone, e poi una ventina, hanno bloccato uno dei due e lo hanno malmenato, mentre il secondo è riuscito a scappare dopo aver preso qualche calcio nel sedere (tutto questo stando alle immagini diffuse).

Il rapinatore malmenato le ha prese, tante e con convinzione. E chi lo picchiava lo faceva evidentemente animato da un furore inarrestabile.

Sappiamo tutti cos’è l’adrenalina, e gli effetti che produce. In quella manciata di minuti ce ne era tantissima in circolo. E la scena che ne è derivata mi ha davvero tanto, tanto addolorato. Immalinconito, disarmato.


Autore

Nato a Ragusa nel 1964 è giornalista pubblicista dal 1990. Collabora con diverse testate giornalistiche, della carta stampata quotidiana e periodica, online e televisive, occupandosi principalmente di cultura e costume. Laureato in Scienze Politiche indirizzo storico, tiene numerose conferenze intorno al territorio ibleo.



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