Società

Pubblicato il 25 Luglio 2023 | di Redazione

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Sostare per poi ripartire con gioia riscoprendo il silenzio e la preghiera

Con un incontro di fraternità, gioioso e festoso, le aggregazioni laicali hanno concluso l’anno sociale 2022/2023, alla presenza del Vescovo Giuseppe e di tantissimi fratelli e sorelle, presso la comunità Eccomi, manda me!

Meno di un mese fa ci siamo lasciati con la consapevolezza di essere compagni di viaggio. Ora più che mai! ci troviamo nel pieno del periodo estivo dove la parola ricorrente è per tutti riposo, per alcuni vacanza, per altri viaggio o divertimento.

Ma ora più che mai. la nostra certezza ha bisogno di essere rafforzata per essere vissuta a pieno e riconfermata al nostro rientro.

Abbiamo constatato, in questo anno di cammino sinodale, il piacere della condivisione, di stare in gruppo, di appartenere ad una comunità diocesana guidata dal suo Pastore, abbiamo sviluppato il senso dell’appartenenza. che è fondamentale per la vita dell’individuo. Siamo fatti per vivere in relazione, abbiamo bisogno di sentirci utili, di essere accettati e ascoltati, di trovare all’interno delle nostre comunità, dei gruppi laicali il giusto equilibrio, indipendenza e appartenenza. Sentirsi utili accresce la nostra autostima soprattutto quando ci mettiamo accanto a chi è caduto lungo la strada.

Sentire di appartenere ad una comunità ecclesiale, che è impegnata nel sociale, nel mondo del lavoro, nel volontariato, nell’accoglienza, nell’inclusione e al gruppo che abbiamo scelto per percorrere i nostri pezzi di vita, non solo serve a migliorare la propria relazione, a sentirsi utili, a farsi accettare e a migliorare il confronto ma soprattutto significa evangelizzazione.

Ciò non toglie che ogni tanto abbiamo bisogno di fare sosta, sostare, fermarsi in un luogo per un tempo più o meno lungo, interrompere, cessare per breve tempo.

Molte volte nella nostra sosta abbiamo l’opportunità di guardarci dentro, e forse se mettiamo attenzione possiamo riscoprirci.

Ci sono soste vacanziere, soste spirituali, soste obbligate ma in ognuna di esse, se riusciamo a fare silenzio, ascoltiamo la voce del Signore che ci parla e magari ci sussurra un nuovo percorso, ci invita ad andare avanti.

Anche il Vescovo Giuseppe ci ha ricordato che «…nella vita del cristiano non può non esserci il momento della sosta, il momento dell’intimità con il Signore per ritrovare la forza di rimanere nella volontà di Dio, per ritrovare l’entusiasmo e la passione in quello che deve annunciare, in quello che deve testimoniare agli altri, sostare con il Signore, Gesù sente la necessità di sostare, di fermarsi…».

La luce degli occhi: «Quindi sostare significa  avere dei momenti di preghiera, chi non prega non può annunciare niente agli altri, la testimonianza e l’evangelizzazione, prima che essere espressione di quello che esce dalla nostra bocca è espressione di quello che esce dai nostri occhi, perché gli occhi di chi crede veramente in quello che dice brillano di una luce che non c’è bisogno neanche di parlare tante volte, perché lo sguardo di chi annuncia una parola che è nata dal silenzio, che è nata dalla riflessione, che è nata dalla preghiera, è uno sguardo che conquista gli altri, che conquista la persona a cui è rivolto questo sguardo…».

Il primato della preghiera: «… ma ciò che regge la Chiesa è la preghiera che ognuno di noi fa nel segreto della sua stanza, magari offrendo la propria sofferenza, la difficoltà e la fragilità di una vita che in quel momento diventa una croce particolare, quindi sostare significa stare nel posto che il Signore ci ha chiamato ad occupare le soste di Gesù…».

Un invito alle aggregazioni laicali: «… siete un organo spirituale della nostra Chiesa che deve suonare e deve mettere un’armonia, non una sola nota, un’armonia. Ma per fare un’armonia ci vogliono tante note diverse, ma insieme fanno questa bella musica di Dio, voi siete note di uno spartito che dobbiamo suonare insieme e di cui c’è un solo direttore d’orchestra… il Signore…».

e proseguire sulle iniziative fatte: «… tutte bellissime iniziative sul piano della liturgia, sul piano spirituale anche di carattere sociale, le aggregazioni laicali sono chiamate ad essere lievito all’interno della nostra chiesa locale, lievito che deve fermentare, non solo la comunità ecclesiale, ma anche la comunità civile attraverso il proprio impegno a combattere le battaglie che aiutano a promuovere il bene comune e il bene della persona…. Noi possiamo incendiare questa nostra Diocesi dell’amore del Signore, la possiamo davvero fermentare con il nostro impegno…».

un invito finale: «…esprimiamo la gioia di esserci, di una Chiesa che converte, che trasmette la gioia del Risorto, ripartiamo con gioia, con entusiasmo per questa nostra Chiesa, per Gesù Cristo che di questa nostra Chiesa è l’unico vero pastore…».

Ringraziamo tutte le sorelle ed i fratelli compagni di viaggio e vi lasciamo con questo pensiero di Papa Francesco: «come vorrei trovare le parole per incoraggiare una stagione evangelizzatrice più fervorosa, gioiosa, generosa, audace piena d’amore fino in fondo e di vita contagiosa. Ma so che nessuna motivazione sarà sufficiente se non arde nei cuori il fuoco delle Spirito Santo». (cap. 61 E.G.)

Vittorio Schininà

Facciamo conoscere le ragioni della speranza

Un incontro, a dire il vero, che di conclusivo ha avuto ben poco dal momento che non si è trattato solo di un semplice bilancio di ciò che si è vissuto in quest’ultimo anno ma occasioni di riflessione per una maggiore volontà di essere presenti nel tessuto diocesano. Si è voluto dare a questo incontro un tema: “so-stare”. Riflettendoci attentamente, il “so-stare” è un tema caro alla parola di Dio perché nel fermarsi, per poi ripartire, Israele ha vissuto esperienze di presenza significativa del Signore Dio: il suo sostare nel deserto è servito a capire che le promesse di Dio circa la Terra Santa dovevano prima essere contemplate con il cuore e con la fede e successivamente con il dono della conquista. Allora, il sostare deve avere il gusto della riflessione poiché fermandosi ci si mette in ascolto e si ci interroga su quali cammini e percorsi il Signore chiede che la sua Chiesa compia per ritornare ad essere credibile. Nell’esperienza di Gesù, il sostare ha assunto una qualità specifica: nel cap. 3 del Vangelo di Marco ci viene narrato che Nostro Signore, salendo sul monte, vi rimase in preghiera tutta la notte e solo quando discese in pianura, alle prime luci dell’alba, scelse, in maniera autorevole, i Dodici “perché stessero con lui”. Così, il sostare assume un’altra caratteristica: dopo che si è riflettuto, dopo che ci si è fermati, anche solo per fare il punto della situazione, è necessario compiere delle scelte concrete e conseguenti alla riflessione altrimenti c’è il rischio che il solo riflettere produca l’inerzia dell’agire del credente; invece, è opportuno che il credente, alla doverosa sosta del pensiero, faccia seguire opportune determinazioni che non lo lasciano avulso da un contesto che chiede, invece, di far conoscere “le ragioni della speranza che è in noi” (cfr. 1 Pt 3,15). È stato questo, sostanzialmente, l’augurio che il nostro Vescovo Giuseppe ha rivolto alle Aggregazioni Laicali spronando ogni gruppo, associazione, movimento ad essere “sale e luce” della terra.

Maurizio Di Maria Delegato del Vescovo per la Consulta delle Aggregazioni Laicali


Autore

"Insieme" esce col n° 0 l'8 dicembre del 1984. Da allora la redazione è stata la "casa di formazione" per tanti giovani che hanno collaborato con passione ed impegno.



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