Pubblicato il 25 Settembre 2023 | di Redazione
0I cento anni del gruppo Ragusa 1
Il 23 settembre del 1923 veniva fondato il gruppo scout Asci Ragusa 1 presso la cattedrale di San Giovanni Battista, prima esperienza di scoutismo nella provincia di Ragusa. Quest’anno ricorre il centenario del gruppo, nel frattempo diventato Agesci Ragusa 1, attualmente con sede presso la parrocchia Maria Regina.
In questi 100 anni trascorsi, lo scoutismo ragusano è stato segnato dai vari eventi storici-culturali che si sono susseguiti nel tempo e che hanno, inevitabilmente, richiesto adattamenti e cambiamenti. Ricordiamo, ad esempio, che nel ventennio fascista, con l’emanazione delle cosiddette “leggi fascistissime”, gran parte delle associazioni giovanili, tra cui lo scoutismo, vennero soppresse, in favore dell’imposizione di un’educazione omologata; solo nel 1944 a Ragusa così come nel resto d’Italia poterono essere ricostituiti i reparti scout. Successivamente, a livello sociale, si verificarono vari cambiamenti, basti pensare ai moti rivoluzionari giovanili della fine degli anni ’60, a cui anche lo scoutismo ragusano seppe sopravvivere, adeguandosi e riadattandosi, fino a giungere nel 1974 alla scelta della coeducazione (educazione condivisa tra maschi e femmine) con la nascita dell’Agesci (Associazione Guide e Scout Cattolici Italiani), dalla fusione delle precedenti associazioni Asci (Associazione Scout Cattolici Italiani), aperta solo ai maschi e Agi (Associazione Guide Italiane), aperta alle sole femmine. Ma ancora, l’impegno per la legalità e la lotta alla mafia con la concreta vicinanza al giudice Paolo Borsellino durante la famosa veglia di preghiera del 20 giugno 1992, in cui il giudice stesso, pochi giorni prima di essere ammazzato, lascia quello che è ritenuto essere il suo testamento spirituale. E più di recente, l’impegno durante il periodo della pandemia volto a preservare l’entusiasmo e la scintilla dello scoutismo ragusano nonostante le necessarie limitazioni del contatto sociale.
La capacità di stare al passo coi tempi, interrogandosi di volta in volta sulle esigenze educative e approfondendo le intuizioni pedagogiche, unita al suo metodo che si rivolge direttamente ai giovani, gli ha permesso di essere un valido strumento educativo capace di appassionare ragazze e ragazzi 100 anni fa proprio come oggi, permettendogli di essere un movimento in continua crescita, proponendosi di interpretare le esigenze del territorio cittadino, dal centro storico alle periferie, sviluppando la sua azione educativa oltre che nelle sedi già citate, presso la parrocchia dell’Angelo Custode negli anni ’60 e ’70; presso l’allora chiesa di San Paolo sita in via Carducci dalla fine degli anni ’70 per finire, prima del recente trasferimento a Maria Regina, presso la chiesa dell’Ecce Homo a partire dalla seconda metà degli anni ’90.
Attraverso la fantasia, il gioco, l’avventura, la vita all’aria aperta, l’esperienza comunitaria, la fraternità internazionale, la progressiva ricerca del senso della vita e lo sviluppo della dimensione sociale e spirituale, lo scoutismo si prefigge l’obiettivo di “formare uomini liberi e buoni cittadini”; ad oggi nella zona Iblea, ogni anno, circa 500 ragazzi, giocano il “Grande Gioco” dello scoutismo perseguendo questo nobile obiettivo. La proposta scout, identica per tutti i ragazzi del mondo, può essere vissuta nei diversi contesti culturali e religiosi; i suoi principi ispiratori universali sono, infatti, sintetizzati nella Promessa, nella Legge scout, nel Motto, nei quattro punti di B.P. (formazione del carattere, salute e forza fisica, abilità manuale e servizio al prossimo), e nella figura del capo educatore.
Per l’occasione, abbiamo avuto modo di rivolgere qualche domanda a Pippo Arezzi, classe 1944, un “capo storico” dello scoutismo ragusano.
Qual è, secondo te, un elemento che unisce lo scoutismo che hai conosciuto tu in passato con lo scoutismo di oggi, dato che sei tutt’ora un capo?
«Il metodo scout – risponde – è lo stesso, ma nel frattempo è cambiato il mondo. Ai tempi (parlo degli anni ’50) la metodologia e le intuizioni pedagogiche dello scoutismo non erano ancora approfondite, confrontate, codificate e normate come, invece, lo sono oggi. Si conosceva sicuramente Baden Powell (fondatore dello scoutismo) per i suoi scritti, per quello che era stato il ricordo di alcuni dall’inizio degli anni ’20; tutto ciò che si faceva, lo si faceva con spirito di buona volontà. Il fermento maggiore era chiaramente nelle grandi città come Milano, Roma, Torino, Palermo. Solo successivamente, intorno agli anni ’60 iniziammo a partecipare ai primi campi di formazione per capi».
Pippo, cosa vorresti dire agli scout di oggi?
«Agli scout di oggi vorrei dire di fare fronte comune tra le varie associazioni scout presenti sul territorio e tenere sempre vivo il punto 4 della nostra legge “la guida e lo scout sono amici di tutti e fratelli di ogni altra guida e scout”, perché solo da lì si può poi partire per amare la città ed essere al suo servizio. Se siamo educatori siamo anche dei sognatori e sogniamo secondo quello che Baden Powell ci ha invitato a riflettere, adeguandolo ai tempi. Inoltre, vorrei aggiungere che la conservazione della memoria è fondamentale per le nuove generazioni ma una malattia da cui bisogna assolutamente immunizzarsi è la nostalgia, ovvero la tendenza a quel rimpianto di tempi che furono e che non sono più».
Già da alcuni mesi sono in preparazione una serie di eventi che il gruppo Ragusa 1 sta organizzando per festeggiare il centenario: la festa del centesimo compleanno con l’animazione della band “Unabandacasu”, la mostra interattiva e sensoriale di cimeli, foto, ricordi dello scoutismo ragusano intitolata “Un’Avventura infinita – 100 passi lungo il sentiero dello scoutismo ragusano” presso il Centro Commerciale Culturale dal 5 all’ 8 ottobre p. v., la pubblicazione del libro “100 anni in 100 parole” raccolta di testimonianze, emozioni e racconti dell’avventura scout a Ragusa. Si tratta di festeggiamenti rivolti a tutti: ai ragazzi, alle loro famiglie, ai capi, agli amici, ai “vecchi scout” e, in generale, a tutti i cittadini. È una preziosa occasione in cui le vecchie e le nuove generazioni di scout si incontrano aprendosi alla città; testimonianze, confronti, riflessioni che permettono di unire il passato con il presente, per realizzare che nel corso di questi 100 anni il mondo sarà anche profondamente cambiato, ma lo spirito scout è ancora valido ed attuale: i ricordi vividi degli scout che rappresentano la storia del gruppo, i loro racconti, le loro emozioni, le loro sensazioni vivono in una fedele ed immutata esperienza scout dei giorni nostri e di quelli che verranno…un’avventura infinita!