Vita Cristiana

Pubblicato il 16 Febbraio 2024 | di Mario Cascone

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Ricordati che sei polvere…

Il vecchio rito del mercoledì delle Ceneri prevedeva che, all’atto dell’imposizione delle ceneri sul capo dei fedeli, il celebrante pronunciasse queste parole: “Ricordati, uomo, che sei polvere e in polvere ritornerai”. Questa formula, in verità, non è stata abolita dal nuovo rito, anche se è sembrata più adatta una nuova espressione, desunta direttamente dal Vangelo di Marco: “Convertitevi e credete al vangelo”.

Il ricordo della nostra fragile condizione creaturale e della nostra destinazione alla dissoluzione ha certamente un che di “funebre” e di funesto. Esso però ci pone in un corretto atteggiamento di conversione quaresimale, facendoci prendere coscienza della nostra strutturale debolezza e peccaminosità, che solo con la potenza della grazia di Dio possono essere vinte.

L’uomo contemporaneo non è molto propenso ad accettare questa definizione di se stesso. Egli è diventato “maggiorenne”, come ebbe a dire alcuni anni fa il teologo Bonhoeffer. L’uomo del terzo millennio ritiene di non avere bisogno di essere “salvato” da niente e da nessuno, pensando di trovarsi in una situazione di completa autosufficienza. Il concetto stesso di peccato sembra non interessarlo, giacché egli crede di trovarsi sempre nel giusto e nel vero. L’esperienza quotidiana però lo mette ancora,  per fortuna, col muso per terra. Il dolore, la malattia, la fame, la povertà lo attanagliano spesso e non lo aiutano a sfuggire alle domande di senso: chi sono? Perché vivo? Da dove vengo? Dove vado?

Ecco allora la risposta del significativo rito delle ceneri: Tu, uomo, sei polvere! Pur essendo ricco di tanti tuoi ritrovati e di tante risorse, tu sei polvere e sei destinato a diventare un mucchietto di polvere. Sarà funereo, ma è terribilmente vero. E allora? Allora è proprio qui che subentra la risposta della fede: questa polvere che tu sei, o uomo, può essere riscattata dalla dissoluzione e dalla sua congenita fragilità, a patto che tu ti apra alla luce del Vangelo. Il convertirsi e il credere al Vangelo conferisce alla nostra esistenza una potenza d’amore che essa da sola non possiede: Dio interviene con la sua grazia, agendo in noi e risollevandoci dalla polvere. La prospettiva allora non sarà più quella della dissoluzione finale, ma della risurrezione finale e della beatitudine eterna. Il povero, piccolo e fragile uomo diventa così una creatura grande, destinata alla gloria, a patto che si lasci guidare dalla potenza del Vangelo di Cristo.


Autore

Sacerdote dal 1981, attualmente Parroco della Chiesa S. Cuore di Gesù a Vittoria, docente di Teologia Morale allo studio Teologico "San Paolo" di Catania e all'Istituto Teologico Ibleo "S. Giovanni Battista" di Ragusa, autore di numerose pubblicazioni e direttore responsabile di "insieme".



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