Vita Cristiana

Pubblicato il 24 Novembre 2014 | di Alessandro Bongiorno

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Sì, ci sono segnali che vanno incoraggiati

Ci sono segnali di speranza da poter cogliere in un momento storico nel quale la crisi economica ha tolto a tutti certezze che sembravano consolidate? Sì, qualche segnale da incoraggiare si può iniziare a scorgere e nasce dalla forte richiesta dal basso di correttezza, onestà, trasparenza, dalla nuova ricerca di spiritualità e dalla crescente aspettativa che si ripone nelle religioni. In Italia, dove per troppo tempo correttezza e onestà sono state ritenuti ostacoli alla felicità e al futuro, si avverte ancora di più la necessità di mettersi alle spalle un periodo che ha svuotato di valori e aspettative un’intera generazione.

Lo ha spiegato, con contenuti forti e parole semplici accessibili a tutti, la sociologa Elisa Manna, invitata dal Consiglio pastorale diocesano a illustrare le linee di tendenza della nostra società, alla luce dei più recenti studi. «Speranza e disperazione degli italiani di oggi» è stato il tema che ha affrontato al teatro Tenda e che sarà di grande aiuto nel cammino pastorale («Educhiamoci alla speranza») dettato dal vescovo, monsignor Paolo Urso.

Se è vero che ci sono segnali positivi, è anche vero che troppe famiglie vivono un presente di stenti e guardano al futuro con preoccupazione. La mancanza o l’incertezza del lavoro sono i principali scogli sui quali rischia d’incagliarsi ogni prospettiva di speranza. Come andare avanti? Quattro direttive le ha suggerite il vescovo concludendo i lavori.

Lucidità. Da questa situazione se ne può venire fuori guardando la realtà con lucidità («Dobbiamo guardare la realtà e vedere le cose così come stanno, con lucidità»).

Determinazione. La realtà che emerge da uno sguardo lucido va comunque affrontata con determinazione: «Non possiamo arrenderci, dobbiamo essere – ha incalzato monsignor Paolo Urso – determinati e decisi».

Fantasia. Serve anche uno scatto di fantasia e di creatività per guardare oltre quel che ci offre la realtà. A questo proposito, il vescovo ha ricordato l’iniziativa lanciata dalla Diocesi che si è inventata un fondo di garanzia per lanciare nuove iniziative imprenditoriali e la nascita di una libreria specializzata in editoria per ragazzi (“Nasinsù”) ne è la prima bella realizzazione.

Insieme. In ogni caso questo cammino va compiuto insieme perché da soli tutto sarebbe più complicato. «Non servono – ha sintetizzato il vescovo – dei battitori liberi. Dobbiamo riscoprire il nostro essere Chiesa e comunità».

Anche per questo, l’occasione che ci offre la nostra Chiesa di dedicare un anno di riflessione e formazione sulla speranza è un’occasione che con lucidità, determinazione, fantasia e insieme possiamo cogliere per non lasciarci intristire dal mondo che ci circonda.

+ Così tv e film demenziali hanno demolito i valori...
L’analisi della sociologa del Censis è stata molto acuta e ha evidenziato come tv commerciali, programmi spazzatura, film demenziali abbiano distrutto certezze e valori mettendo nel cuore di almeno una generazione i germi di un relativismo che ha portato alla disperazione. Un’azione demolitrice – che comunque continua ancora oggi («Ai giovani che guardano i talent, non servono lo studio o il sacrificio, ma basta saper cantare e ballare») – utile solo a dei cinici potentati economici. In questo contesto, il mondo cattolico, indebolito da un certo conformismo, non ha saputo imporre le sue idee forti, appiattendosi in modo quasi rassegnato. «Dietro la crisi economica – ha sottolineato Elisa Manna – c’è una crisi di valori. Il modello di vita diffuso dalle tv ha fatto sembrare superato il modello dei valori della civiltà contadina che aveva le sue radici nella cultura cristiana». E allora occorre riscoprire i nostri valori e affrontare, con gli strumenti della modernità, le sfide poste dall’economia . Il rinato interesse per l’artigianato, la riscoperta della terra e dell’agricoltura, le opportunità che offre, anche in Sicilia, lo sviluppo del turismo di qualità devono essere assecondati, magari non da soli. «Il gruppo – ha ribadito – è importantissimo».

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Autore

Giornalista, redattore della Gazzetta del Sud e condirettore di Insieme. Già presidente del gruppo Fuci di Ragusa, è laureato in Scienze politiche.



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