Società

Pubblicato il 28 Marzo 2024 | di Redazione

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Ha consegnato al Papa i “ferri” con i quali praticava l’aborto

La vita puoi studiarla, vederla, perfino viverla senza capirne il senso tanto quanto incontrando un altro che la vive come lo vorresti tu, un altro che però non ti mostra sé, ma un Altro ancora. Questa la sensazione che noi volontari del Centro di Aiuto alla Vita abbiamo avuto dall’incontro col dr. Antonio Oriente. Lo abbiamo invitato, insieme a molti uffici diocesani, a parlarci sul tema della giornata “La forza della vita ci sorprende” il 9 febbraio scorso.

Scampato lui stesso, grazie alla ferma opposizione della madre, ad una gravidanza difficile che sembrava avere come unica soluzione il suo aborto, riesce a completare gli studi, malgrado le difficoltà derivanti dall’essere nato in una piccola realtà calabrese ed in una famiglia non abbiente, fino alla laurea in medicina specializzandosi in ginecologia ed oncologia con esperienze sia cliniche che di ricerca: quando necessario operava chirurgicamente, aborti compresi.

La sua vicenda professionale si intreccia con la sua vita familiare con un unico cruccio: l’assenza di figli. Pur occupandosi, ed a livelli di eccellenza, di infertilità pareva che nessun ritrovato della scienza potesse soddisfare questo desiderio fino ad entrare in un tunnel di disperazione in cui neanche il lavoro (anche la moglie è medico) riusciva ad accendere una luce.

Fino alla sera nella quale attardatosi ben oltre l’orario ambulatoriale incontrò una coppia di suoi pazienti che gli indicarono un luogo dove riuscivano a trovare conforto alla loro sofferenza ed a “dormire la sera”: un incontro del movimento “Rinnovamento nello Spirito”. L’impatto non fu né immediato, né facile ( «li consideravo dei pazzi»), ma a poco a poco cominciò (con la moglie) a trovare speranza, ma come chiedere la vita per sé ed allo stesso tempo sopprimerla in altri? Così fino alla maturazione della decisione “mai più morte”, di non usare più “quei” ferri. Dopo un mese senza alcuna terapia i primi sintomi di gravidanza, ma solo dopo un mese il coraggio di affrontare un’ulteriore delusione, di fare l’ennesimo test che stavolta si rivelò positivo e dopo altri otto mesi arrivò il primo figlio e quasi a ruota il secondo. Decise infine di consegnare i “ferri” abortivi al Papa e, dopo qualche vicissitudine, riuscì a farlo nelle mani di papa Francesco ed a ottenere sì il perdono del suo peccato durante l’Anno della Misericordia, ma anche «il  mandato di evangelizzare presso i giovani e le famiglie a favore della vita».

Questo mandato l’ha affidato anche ai ragusani: i volontari del C.A.V. con la nostra opera di accoglienza e supporto, i Consultori d’Ispirazione Cristiana con i loro servizi ai quali si è aggiunto un percorso guidato al parto in anonimato e tutti quelli di buona volontà aderendo, ad esempio, alla proposta di istituzione di una “culla per la vita” a Ragusa (c’è già un atto d’indirizzo dell’allora consigliera Corrada Iacono approvato con la delibera 40 del 19/5/2021).

Come credenti saremo sempre dalla parte della vita ricordando quanto detto da papa Francesco: «Ogni vita che ci viene incontro è un dono e merita accoglienza, rispetto, amore».


Autore

"Insieme" esce col n° 0 l'8 dicembre del 1984. Da allora la redazione è stata la "casa di formazione" per tanti giovani che hanno collaborato con passione ed impegno.



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