Pubblicato il 22 Settembre 2024 | di Redazione
0Madagascar, una Chiesa giovane che annuncia il Vangelo della gioia
Nella Diocesi di Tsiroanomandidy, che sorge nel Madagascar centrale, a circa 120 chilometri dalla capitale Antananarivo, batte un altro pezzetto del cuore della Chiesa di Ragusa. Un legame sorto negli anni, rafforzato dalla presenza dell’associazione Amici del Madagascar, e ravvivato anche dalla presenza di tante suore dell’Istituto del Sacro Cuore che sono originarie della grande isola dell’Oceano Indiano. È una terra da scoprire ma è anche una terra generosa con le vocazioni. Anche per questo le Diocesi di Ragusa, Siracusa e Noto, nelle persone dei vescovi monsignor Giuseppe La Placa, monsignor Francesco Lo Manto e monsignor Salvatore Rumeo, hanno deciso di sostenere il seminario di Tsiroanomandidy con una cospicua donazione. Ma hanno voluto fare anche di più, presenziando a una cerimonia organizzata dal vescovo di Tsiroanomandidy, monsignor Gabriel Randrianantenaina, al termine della quale i vescovi hanno benedetto il nuovo seminario in costruzione. Il seminario è un sogno di monsignor Gabriel che sta diventando realtà grazie al sostegno concreto delle tre diocesi di Siracusa, Ragusa e Noto.
Per monsignor Giuseppe La Placa, accompagnato dal sacerdote don Francesco Mallemi, da sempre vicino all’associazione Amici del Madagascar, è stata l’occasione per un’esperienza missionaria nel cuore di questa grande isola. Con loro hanno portato anche 14 valigie di medicinali. Hanno partecipato a questo viaggio anche l’arcivescovo di Siracusa monsignor Francesco Lomanto, il vescovo di Forlì monsignor Livio Corazza, padre Luca Bardiera e padre Luigi Ciurciullo fondatori dell’associazione organizzatrice, padre Alessandro Genivese, padre Alfredo Andronico e padre Francesco Vinci sacerdote francescano della diocesi di Siracusa. Ad accoglierli anche suor Ester Ravaosolo, delegata delle Suore del Sacro Cuore in Madagascar.
«Abbiamo trovato – ha detto monsignor Giuseppe La Placa al ritorno – una bella realtà. Ci siamo resi conto della fioritura vocazionale cui non corrispondono però strutture adeguate. Quella del Madagascar è una Chiesa viva e dinamica. C’erano migliaia di fedeli in attesa anche tre ore prima dell’inizio della messa alle 8 del mattino. Abbiamo visitato il villaggio di Sarodroa la cui povertà si fatica persino a immaginare, con capanne senza luce e acqua, ma anche in questo villaggio, che abbiamo raggiunto dopo ore e ore in jeep lungo strade che non esistono, abbiamo trovato un grande senso della comunità che sa cercare l’essenziale. L’accoglienza ricevuta ci ha ripagato. Ricordo gli occhi dei bambini che sprigionavano vita. Mi chiedo però se si possa nel 2024 ancora vivere in queste condizioni. Siamo andati come missionari ma il vero annuncio lo abbiamo ricevuto noi. Ci hanno offerto l’immagine di una Chiesa dinamica ed entusiasta con un senso di appartenenza molto elevato. È stato un viaggio molto arricchente in cui si è fatta l’esperienza di incontrare una Chiesa giovane dal grande spirito missionario, che seppur in situazione di grande povertà e grossi disagi, vive la gioia della fede e della fraternità. Voglio ringraziare – ha concluso il vescovo – l’associazione Amici del Madagascar che assicurano un legame stabile con questa terra che ha dato anche i natali a molte suore dell’Istituto Sacro Cuore alcune delle quali operano anche nella nostra Diocesi».
Proprio a Sarodroa, un villaggio che sorge a 2000 metri d’altitudine, grazie anche agli aiuti del gruppo missionario di Giarratana, sarà ulteriormente tangibile il legame tra la nostra terra e quella malgascia. Si sta infatti completando una scuola. Proprio con il sostegno dei sostenitori iblei dell’associazione Amici del Madagascar sono stati realizzati i bagni, il refettorio, l’alloggio per gli insegnanti, la mensa e i tetti della scuola St Michel. «È stata un’esperienza – ha ricordato don Francesco Mallemi – veramente arricchente. Abbiamo toccato con mano la povertà e sperimentato un senso di accoglienza che era difficile da immaginare. Mi ha colpito come, nonostante la povertà, ognuno dei partecipanti, compresi i bambini, all’offertorio portasse all’altare qualcosa. Ci hanno dimostrato come anche nella povertà possano esserci gioia e condivisione».
Il gruppo missionario “Amici del Madagascar degli Iblei” nasce nel 1998 a Melilli dopo il ritorno di don Luca Bandiera da quella terra di missione. Da quel momento, quasi contagiosamente, si è esteso e prova ogni anno a portare a termine delle microrealizzazioni. In tanti hanno avuto anche modo di recarsi in Madagascar, trovando tanti nuovi amici e una terra bella e accogliente. L’associazione è attiva anche nella nostra Diocesi.