Pubblicato il 26 Settembre 2024 | di Emanuele Occhipinti
0Fatica, fede, gioia, metafora della vita
Famoso è quello di Compostela: non occorrono le parole crociate per individuare il Cammino di San Giacomo, l’antica via di pellegrinaggio del mondo cristiano. Ma anche in Sicilia, a pochi passi dalle nostre città, abbiamo un itinerario spirituale centrato sul culto di San Giacomo. Da Caltagirone a Piazza Armerina, da Nicosia ad Assoro e su fino a Capizzi, grazie alle tante cattedrali barocche sparse per questa via, i pellegrini in terra di Sicilia sono accomunati ai pellegrini diretti alla cattedrale di Santiago di Compostela e, tappa dopo tappa, raccoglierne la conchiglia da riportare a casa. Anche per essi il cammino è metafora della vita, è fatica, speranza, fede; è itinerario di purificazione e di rigenerazione, ricerca del mondo interiore. E non per ultimo è espressione di quel turismo slow che riscopre le bellezze di una Sicilia ancora tradizionale, a stretto contatto con la natura anzi, dentro la natura e l’opera secolare dell’uomo.
Andiamo con ordine: innanzitutto gli aspetti organizzativi. Il Cammino di San Giacomo in Sicilia si diparte da Caltagirone, dalla chiesa, oggi basilica, di San Giacomo, edificata nel 1090 dal conte Ruggero quale tempio votivo al Santo patrono della città, nella quale è custodita una reliquia del Santo Apostolo. Arriva fino a Capizzi, sui Nebrodi, che già nel ‘400 vantava la più antica reliquia del Santo, per un percorso totale di circa 130 chilometri. Si passa da San Michele di Ganzaria, comune molto attento nel promuovere il Cammino ed il turismo lento, Mirabella Imbaccari, Piazza Armerina nella quale si fa sosta presso l’antica Domus Hospitalia, la Chiesa di San Giacomo, nell’omonimo Borgo, dove tanti anni fa i Cavalieri del Tau d’Altopascio ospitavano i cavalieri e pellegrini che si recavano in terra santa. Si sale, poi, verso Aidone e Valguarnera per giungere alla splendida Assoro, impreziosita dalla storica Basilica di San Leone, del XII secolo, ed infine a Nicosia e Capizzi dove, presso il santuario di San Giacomo, si riceve l’ultimo timbro sulla Charta Peregrini e l’Aurea Jacopea che ne attesta la conclusione. Questo emozionante itinerario è modulabile a seconda del tempo e delle attitudini dei camminatori che lo percorrono. A piedi può essere organizzato in sei tappe, ma il valore spirituale, culturale e naturalistico rimane invariato se lo si percorre in mountain bike o e-bike, con le quali si accorcia la durata a tre giorni e c’è l’opportunità di avere più tempo da dedicare al riposo e alla visita delle cattedrali e dei luoghi d’interesse. L’ospitalità, minimale ed essenziale, è sempre accogliente e valorizza e preserva lo spirito del cammino. Lungo la via, le frecce gialle e le capesante, le indicazioni tipiche jacopee, sono ben evidenziate mentre sul relativo sito web sono reperibili le mappe e le tracce gpx. La grande opportunità è poter fare il cammino, sia a piedi sia in bici, con una guida e con l’assistenza di operatori che curano ogni aspetto organizzativo.
Chi vi scrive ha concluso il cammino di San Giacomo in Sicilia all’inizio dell’estate, in bici.
Ogni pedalata – a dispetto della mia mole e delle mie capacità – è stata un’ascesi, oltre i miei limiti fisici e spirituali, verso l’essenziale della vita; una via crucis, con le immancabili cadute, conclusa con la gioia della riuscita; una connessione profonda con la natura. Lungo il percorso ho sperimentato incontri e accoglienze calorose che mi hanno reso parte di qualcosa di più grande; ogni tappa, ogni chilometro, una sorpresa nuova, un’emozione diversa. Tre ne condivido: cammino è stato fatica e gioia, è stato portare l’essenziale perché tutto ciò che fa bella la vita è intorno a te. Cammino è stato inciampare e cadere, magari nel punto più buio, ma rialzarsi e disinfettare le ferite, contando su una compagnia che ti conduce e ti conforta solo con la sua presenza. Cammino è stato sentirsi stremati ma, alzando lo sguardo verso la meta, tornare a desiderare di arrivarvi.
Un sentimento di gratitudine a tutti quelli che lo curano e lo rendono fruibile perché la bellezza del cammino, dalle strade e dai sentieri, si riversi nel cuore dei pellegrini. Ed una proposta: perché non considerare un’estensione della via ipotizzando una possibile partenza dalla chiesa di San Giacomo a Ibla?