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Pubblicato il 6 Ottobre 2024 | di Saro Distefano

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Sciatteria dal reale al virtuale

Si chiama “Flightradar24”. È una app per gli smartphone. Tradotto nel linguaggio degli analfabeti digitali, come io sono, è un programma elettronico che è utilizzabile tramite i moderni telefoni cellulari che, oltre a fare e ricevere telefonate, hanno una connessione ad Internet. Questo consente di poter prima scaricare (da Internet, appunto) e poi utilizzare (tramite Internet) le “applicazioni”; che in gergo ormai divenuto universale si dicono app.

Quella di cui parlo è diffusissima in tutto il mondo (non è la sola, ma certamente la più diffusa app di questo tipo). Consente di avere un’immagine di tutti gli aerei (molte migliaia) che al momento stanno volando nei cieli del nostro pianeta. Utilissima applicazione, per molti. Intanto per gli appassionati di aeronautica, e poi per i tanti, tantissimi che hanno interesse a vedere quando è decollato un certo aereo e quando è atterrato. Si comprende benissimo l’utilità, che ben conoscono tutti coloro i quali hanno amici e parenti che viaggiano spesso in aereo, per motivi di lavoro e di studio.

L’uso è semplicissimo: individuato l’areo (ma anche l’aeroporto) basterà cliccarci sopra e Flightradar24 ci dirà che quell’aereo, di quel modello, di quella compagnia aerea, è decollato alle ore tot da quell’aeroporto, ed è diretto ad una certa altitudine e ad una certa velocità verso l’aeroporto x, nel quale si prevede atterrerà alle ore y. Quando l’aereo tocca terra, Flightradar24 mi informa che è atterrato. Eccezionale.

Adesso, di cosa mi sono accorto recentemente (per la precisione il lunedì 26 agosto scorso)? Di una cosetta da nulla, ma assai fastidiosa, almeno per me. Ovvero, utilizzando Flightradar24 per seguire il volo preso da mio figlio da Comiso a Roma, ho notato che il “nostro” aeroporto ha il nome sbagliato. Guardate la immagine che propongo. Si tratta di quello che appare quando si utilizza Fligtradar24 e si ingrandisce l’area attorno all’aeroporto che tante polemiche suscita, ormai da anni, per il suo (scarso) utilizzo. Avete letto bene: “Aeroporto Vincenzo Magliocco”. Peccato che l’aeroporto di Comiso si chiama “Aeroporto Pio La Torre”.

Parrebbe poca cosa. E forse lo è. E chi conosce la storia sa bene che quella pista ebbe quale intestazione “Magliocco” per anni. Ma già da anni, ed in ogni caso ora, adesso, nel mentre si scrive, si chiama “Pio La Torre”.

A me pare una dimostrazione, la ulteriore, della marginalità nella quale è tenuto e considerata quell’opera pubblica che potenzialmente sarebbe una rivoluzione copernicana per l’intera Sicilia sud-orientale se ben gestito. Col suo bacino d’utenza da Agrigento a Siracusa, da Caltagirone a Pozzallo, l’aeroporto “Pio La Torre” di Comiso dovrebbe essere centrale, imprescindibile.

Mi chiedo: è verosimile che nessuno dei gestori del “Pio La Torre” abbia mai utilizzato l’app Flightradar24? No, è del tutto inverosimile. È verosimile che nessuno dei gestori del “Pio La Torre”, utilizzando l’app Flightradar24 si sia accorto che l’aeroporto appare nella famosa app con un nome sbagliato? No, è del tutto inverosimile. È verosimile che nessuno dei gestori del “Pio La Torre”, dopo essersi accorto che il nome è errato se ne sia fregato e non l’ha segnalato, com’era suo dovere, agli amministratori dell’app? Si, è verosimile.

E si tratta di un atteggiamento coerente. Coerente con la mefitica atmosfera che si è creata attorno all’aerostazione comisana.

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Autore

Nato a Ragusa nel 1964 è giornalista pubblicista dal 1990. Collabora con diverse testate giornalistiche, della carta stampata quotidiana e periodica, online e televisive, occupandosi principalmente di cultura e costume. Laureato in Scienze Politiche indirizzo storico, tiene numerose conferenze intorno al territorio ibleo.



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