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Pubblicato il 27 Agosto 2015 | di Agenzia Sir

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La prima bomba atomica sul genere umano

8:15 del 6 agosto 1945 – oggi sono trascorsi 70 anni – quella mattina si abbatte sopra la citta’ di Hiroshima il più grande flagello sino ad allora sconosciuto e mai immaginato

3Era un lunedi, il cielo era chiaro e sereno. L’allarme aereo delle 0:25 era terminato alle 2:10, la gente era tornata a dormire quando alle 7:09 un altro allarme aereo la sveglio’. Un semplice aereo da ricognizione americano ad alta quota e quindi fine allarme alle 7:31. Nessuno immaginava il motivo di quella ricognizione, pochi minuti dopo il rapporto sulle condizioni metereologiche a Hiroshima verranno notificate al colonnello Tibbets, gia’ in rotta per il Giappone a bordo della Enola Gay.
La gente usciva dai propri rifugi per una rapida colazione e per poi avviarsi al lavoro.

2I raids aerei americani avevano gia’ devastato una gran parte delle maggiori citta’ giapponesi. In preparazione a tale eventualita’, la citta’ di Hiroshima si organizzo’ nel preparare zone da cui operare lo spegnimento dei fuochi. A questo scopo fu neccessario demolire un gran numero di edifici.
Il 6 agosto, squadre composte principalmente da veterani, corpi di volotariato della citta’ e dei dintorni, corpi studenteschi di 12 o 13 anni, bambini e bambine delle classi maggiori delle scuole elementari si preparavano per questi lavori di demolizione. Coloro che erano impegnati nella demolizione di edifici erano situati in citta’ e all’aperto: dei circa 8.400 bambini impegnati quel giorno, circa 6.300 vennero uccisi, arsi vivi, dalla bomba.
La bomba atomica esplose a circa 580 metri di altezza creando una immane palla di fuoco che abbagliava come e più del sole: piu’ di un milione di gradi Celsius al suo centro e le superfici vicine all’epicentro salivano a 3.000-4.000 gradi.
Calore, polvere radioattiva che si espandeva in ogni direzione e lo sbalzo di pressione, un vento di fuoco che travolgeva e “arrostiva” qualsiasi ostacolo – uomini e cose – vi si parasse davanti : questi fattori interagivano tra di loro infliggendo tremendi danni.
Il danno inflitto dalla bomba atomica era caratterizzato da istantanea distruzione, sterminio di massa indiscriminato e radiazione: i danni provocati dalle radiazioni saranno motivi di sofferenze per decenni in avvenire.
5Si presume che circa 350.000 persone erano a Hiroshima durante l’esplosione. Questi numeri includono cittadini, personale militare e persone delle vicinanze mobilitate al lavoro di demolizione, inclusi anche persone della Corea e del Taiwan che in quel periodo erano in pratica colonie giapponesi. Alcuni di quest’ultimi erano stati portati con la forza a Hiroshima per lavorare, altri stranieri presenti in numero limitato erano studenti cinesi e del sud-est Asia nonche’ prigionieri di guerra americani.
Il numero esatto di vittime non e’ noto: diverse stime furono fatte. La citta’ di Hiroshima stimava alla fine di dicembre oltre 140.000 vittime del bombardamento.
Da un articolo di Homer Bigard del 2 settembre 1945 (4 settimane dopo l’esplosione) per il New York Tribune si legge che 53.000 erano i morti, 30.000 i dispersi e presumibilmente morti, 13.960 i feriti gravi e 43.000 i feriti, questi alcuni dei numeri più significativi.
La prima impressione nelle menti dei superstiti era che si era trattato di un’enorme squadra di aerei che volava ad alta quota e che aveva sganciato migliaia di bombe incendiarie: per parecchio tempo molti si rifiutarono di credere che un’unica bomba avesse spazzato via una citta’.
Poiché la bomba esplose in vicinanza del centro della citta’ e l’85% degli edifici si trovavano entro 3 km. dall’epicentro, l’intera citta’ fu danneggiata e oltre il 90% delle costruzioni crollarono o bruciarono.
Il professore Shogo Nagaoka, il primo curatore del Peace Memorial di Hiroshima, concluse che almeno 200.000 morirono a causa del bombardamento atomico. Queste cifre sono confermate da altri studiosi quali Naomi Shohno e K. Sakuma. 22 delle vittime erano prigionieri di guerra tra cui diverse donne. Questo fu rivelato da un giornale giapponese nel luglio del 1970 da Hiroshi Yanagida, un ufficiale della Kempeitai (polizia militare). In tutto vi erano 23 prigionieri ma un giovane soldato che riusci ad uscire dalle macerie ancora vivo venne ucciso da superstiti inferociti.

– Vicino al castello di Hiroshima quattro uomini si facevano strada tra le strade in fiamme con un grande portrait dell’imperatore. Sono riusciti a salvarlo dall’inferno “Centro di Comunicazioni del secondo quartier generale” e cercavano di portarlo al sicuro fuori citta’. Alla vista dell’immagine superstiti sanguinanti e con bruciature salutavano o si inchinavano. Coloro che non riuscivano a stare sulle proprie gambe univano le mani in preghiera. Soldati feriti in attesa di aiuto scattarono sull’attenti mentre il battello si allontanava portando al sicuro l’immagine dell’imperatore.

Due giorni dopo il bombardamento atomico, citando il rifiuto di accettare la dichiarazione di Potsdam, l’Unione Sovietica dichiaro’ guerra al Giappone. Il comissario agli Esteri Molotov consegnava all’ambasciatore Sato la notifica. Il 9 agosto gli Stati Uniti sganciarono la seconda bomba atomica sulla citta’ di Nagasaki uccidendo tra 35.000 e 40.000 esseri umani.
Oggi ci si chiede: l’uomo in qualsiasi parte del mondo si trova ha oggi imparato la lezione? A nostro parere sembra proprio di no !

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