Cultura

Pubblicato il 3 Dicembre 2015 | di Andrea G.G. Parasiliti

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E la Madonna intervenne al contrario

Sembrerebbe che il vescovo di Ferrara preghi al contrario. A essere sincero, non mi pare che sia la prima volta che io senta una cosa del genere. Qualche anno fa, ci fu un altro sacerdote, fra l’altro persona squisita, il quale, di fronte dall’inadempienza di un ragazzo (che aveva assunto, tuttavia senza troppo avvedersene, dei compiti scherzosamente istituzionali) impazzì e, battendo i pugni alla Mastroianni di Todo Modo, declamò che pregava la Madonna (e tutte le notti) affinché si portasse quel giovane con sé. Anche in questo caso, non si trattava di una preghiera propriamente filantropica, giacché la persona per la quale si invocava la Vergine Beata, pare che, almeno all’epoca, la salute ce l’avesse, eppure, da vendere. E la Madonna, si rispose all’appello.

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Chi, invece, venne semplicemente esortato a lasciare il proprio posto, senza, questa volta, scomodare la Madre del Cristo, fu il vescovo di Patti. Quel Monsignor Angelo Ficarra, che com’è noto (anche grazie al libretto di Leonardo Sciascia), finì la propria carriera a Leontopoli, a due passi dal Cairo, in quelle zone che noi oggi, senza conturbarci con fluidi calcoli geopolitici, definiremo in bus infidelium, tout court. Ma, giacché dal cilindro inafferrabile del web è stato estratto finanche il nome, tutto inchiostrato, di Albino Luciani, una cosa ve la devo dire. Un paio di settimane fa ero a Carmagnola. Alla galleria dello Studio Bibliografico De Carlo. E ho trovato un libro. Un libro che si intitola Illustrissimi. Ed è la terza edizione, settembre 1978, delle lettere che il Patriarca di Venezia, Albino Luciani appunto, aveva scritto a uomini illustri, per meriti letterari e umani, del passato. Luciani queste cose le faceva: era un umanista – “più vicino a Goldoni che a Manzoni”, scriveva sul «Corriere», Carlo Bo. E almeno la lettera, quella inviata ad Aldo Manuzio, “illustre umanista e tipografo”, contraffatto in tutta Europa, e che quest’anno festeggia i 500 anni dalla morte, bisogna leggerla:albino aletta

Illustre umanista tipografo, ritorno da una rapida visita alla Mostra «Venezia Città del Libro». Mi hanno fatto vedere cose assai interessanti, ma con piacere ho indugiato davanti alla bacheca riservata a libri usciti dalla vostra celeberrima stamperia agli inizi del Cinquecento. Ho ammirato ancora una volta i vostri caratteri stretti, chiari, inchinati verso destra [il corsivo]. Ho rivisto il vostro stemma con l’ancora, il delfino e il motto «festina lente» (affrettati, ma lentamente). […] Caro Manuzio, pagherei qualcosa per vedervi in una tipografia di oggi! […]

Su Aldo Manuzio, è bene dirlo a chi ancora non lo sappia, da fine ottobre è disponibile on line una mostra: “Festina lente”. Un percorso virtuale tra le edizioni aldine della Biblioteca Trivulziana di Milano, alla cui realizzazione ha lavorato, come un matto, il mio amico Natale Vacalebre.

Ma tornando a Illustrissimi. Nelle alette del libro c’è un particolare: vi è scritto infatti che la sua elezione al soglio pontificio è avvenuta il 26 agosto ’78. E vi è scritto solo quello. Ricontrollo il retro frontespizio e la data di stampa è sempre “settembre ’78”. Luciani divenne papa a fine agosto. L’editore allora, appena eletto Giovanni Paolo I, mandò in ristampa il volume, e lo avrà fatto tutto contento, aggiungendo il particolare dell’elezione. Solo che poi, la Madonna esaudì le suppliche dei fedeli porporati: di quelli che Giufà, lo stolto che gli arabi lasciarono in eredità ai siciliani, scambiò per pettirossi, sparò e ammazzò, ché se li voleva mangiare. Ma siccome la Madonna, anche quando viene invocata al contrario, il profumo delle rose con sé lo porta sempre, quello che rimase fu tutto un unico e profumatissimo fiore: Un libro, forse l’unico, in cui Luciani è papa regnante (e in salute) per sempre.

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Autore

(Ragusa, 1988). Post-doctoral Fellow della University of Toronto si è laureato in Filologia Moderna all’Università Cattolica di Milano e ha conseguito il dottorato di ricerca all’Università degli Studi di Catania. Collaboratore del Centro di Ricerca Europeo Libro Editoria Biblioteca della Cattolica di Milano (CRELEB) e, nel 2018, del PRISMES (Langues, Textes, Arts et Cultures du Monde anglophone) dell’Université Sorbonne Nouvelle – Paris 3, si occupa di Libri d’artista e Letteratura Futurista, Disability Studies e Food Studies. Fra le sue pubblicazioni: Dalla parte del lettore: Diceria dell’untore fra esegesi e ebook, Baglieri (Vittoria, 2012); La totalità della parola. Origini e prospettive culturali dell’editoria digitale, Baglieri (Vittoria, 2014); Io siamo già in troppi, libro d’artista di poesie plastiche plastificate galleggianti per il Global Warming, KreativaMente (Ragusa, 2020); Ultima notte in Derbylius, Babbomorto editore (Imola, 2020); All’ombra del vulcano. Il Futurismo in Sicilia e l’Etna di Marinetti, Olschki (Firenze, 2020). Curatore del volume Le Carte e le Pagine. Fonti per lo studio dell’editoria novecentesca, Unicopli (Milano 2017), ha tradotto per il CRELEB le Nuove osservazioni sull’attività scrittoria nel Vicino Oriente antico di Scott B. Noegel (Milano, 2014). Ha pubblicato un racconto dal titolo Odisseo, all’interno della silloge su letteratura e disabilità La mia storia ti appartiene, Edizioni progetto cultura (Roma 2014). Come giornalista pubblicista, ha scritto per il «Corriere canadese» (Toronto), «El boletin. Club giuliano dalmato» (Toronto), «Civiltà delle macchine» (Roma), l’«Intellettuale Dissidente» (Roma), «Torquemada» (Milano), «Emergenze» (Perugia), «Operaincerta» (Modica), e «Insieme» (Ragusa) dal gennaio del 2010.



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